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A terra per un po’

È da stamattina che vorrei scrivere, nel mentre sono rientrata dal giro in bici, mi sono lavata e fatto colazione. Poi preparato il pranzo. Praticato. Pranzato. Subito dopo pranzo ho cercato invano di fare un pisolino ma niente. Mi sono rimessa a praticare, fatto due cose di attività e alla fine ho preparato mezza cena. Insomma vorrei scrivere, lo vorrei proprio, ma la testa è in confusione letteralmente e non so da dove partire.

Dopo tanto pensarci anche domani non uscirà la newsletter e come sempre, quando accade, non è perché non ho cose da dire ma perché sono troppe.

Sono risalita in sella stamattina dopo 12 giorni che non facevo nulla, il massimo di attività fisica è stato andare a fare la spesa a piedi.

Un po’ a causa del maltempo ed è palesemente una scusa visto che ho comprato i rulli e i copertoni nuovi per Wilma, ma la mia bici storica che dovrebbe diventare la bici da indoor quando fuori passa Noè. Dovrebbe perché alla fine ho fatto di tutto tranne che sistemarla.

Ma non è una mera questione di pigrizia o di svogliatezza, sono successe cose brutte che emotivamente mi hanno molto, molto provato.

Sapere di essere Adhd ha dato forma al tutto, ho capito come mai certi eventi mi mettono così ko. Eventi che sarebbero provanti per chiunque, su di me sono amplificati in modo indescrivibile. Mi sono concessa il tempo senza lottare troppo contro me stessa e le mille voci nella testa che mi dicevano dai su non fare storie perché non si tratta affatto di fare storie.

È complicato mettere insieme gli eventi: ho compreso che il desiderio di migliorarsi continuamente deve anche fare posto a quelle giornate in cui il massimo che riesci a fare è alzarti dal letto. Forse questa cosa l’ho capita da tempo, ma la razionalità rimane sempre ad un livello per me superficiale. Comprendere non è neanche il verbo giusto, forse è più corretto dire che l’ho sentito con le budella.

Migliorarsi continuamente, rilanciare come diciamo noi buddistз non significa non cadere mai e, soprattutto, non significa che non puoi rimanere lì a terra per un po’, il tempo di ritrovare le forze, la motivazione, la direzione.

Ho ricominciato a praticare come non facevo da anni, sto abbattendo ogni mio limite con le persone e con il modo di fare attività, ho rilanciato su tutti gli obiettivi: avevo bisogno di stare a terra un po’ per guardare le cose da un’altra prospettiva.

Ma posso scrivere sta roba in una newsletter? A dirla tutta non lo so. So che devo di nuovo metter mano ai compromessi che ho scelto di accettare in nome di uno scopo superiore, so che perdere seguito è il minimo rispetto alle azioni che sto ponendo nel mio lavoro, so anche che non essere capita è un male necessario. E come dicevo prima la razionalità ha un qualcosa di superficiale, sentirlo con le budella è un’altra cosa, andare oltre quello strato di paura che porta a chiederti se stai facendo bene, se non hai sbagliato tutto ancora una volta.

Nei prossimi giorni il meteo dovrebbe essere clemente ed io vorrei proprio riuscire a pedalare con costanza, per un unico motivo: so che mi fa bene.

Voglio anche provare ad andare in biblioteca al lavorare, fuori casa, altro spazio, chissà magari conosco anche gente interessante.

Ho deciso di fare due ore di daimoku al giorno da oggi fino al 18 novembre, voglio una svolta significativa nella mia vita, ma la voglio sulla base della pratica e non su mere strategie di marketing che non mi rappresentano per niente.

Per vendere i miei corsi dovrei fare leva su quello che tecnicamente viene chiamato punto di dolore, su una mancanza, su un bisogno. Tutto giusto ma anche no, voglio mettere in atto tutt’altra comunicazione, voglio attirare le persone facendo qualcosa di diverso perché credo profondamente che sia necessario e soprattutto non voglio parlare alla massa ma ad un certo tipo di persona. E so che dicendo così posso sembrare discriminante o arrogante, a me piace pensare di essere esigente, quella stessa esigenza di cui ho parlato nell’ultima newsletter, quella stessa esigenza di cui parlo mercoledì prossimo sul podcast.

E non metterò link ad ogni parola, se mentre leggi ti è venuta voglia di saperne di più ti basta andare sul Blog laciclistaignorante.it e lì trovi tutto. Perché non ho mi sono messa a scrivere con chissà quale strategia, ma per fare ordine. E non ci sono riuscita, per niente. Quindi no, domani non uscirà la newsletter e chissà cosa accadrà da qui a lunedì prossimo.

Di una cosa sono più che certa: tutte le mie azioni, (che possono sembrare) strane per la maggior parte delle persone (non lo sono affatto), produrranno i loro effetti e come sempre sarà una grande esperienza. E non ho più voglia di farmi portare via il mio entusiasmo e la mia motivazione da chi non ha il coraggio di sognare in grande. Sì forse ora sono un po’ arrogante, ma i sentimenti sono neutri, dipende sempre da che lato si osservano. E l’arroganza può diventare forza e determinazione.

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