Mi sono alzata dal letto, ma essere sveglia è un’altra cosa. Giornate ricchissime di emozioni e di gratitudine. Quanto è potente la gratitudine?
Finalmente ho scritto una nuova newsletter (esce lunedì). So che la direzione che ha preso La Ciclista Ignorante non piace a tuttз, manca la ciclomeccanica. Manca anche a me a dire il vero. Devo ancora fare un po’ di aggiustamenti e in ogni caso cambierò ancora, è inevitabile e meraviglioso, anche se molto difficile da comunicare e far comprendere.
Ma com’è che prima di aprire il pc avevo la testa piena di cose da dire ed ora non mi esce niente? La mente umana è meravigliosa ma anche un po’ infame. Nonostante abbia dormito, ho veramente troppo sonno e non posso tornare a dormire.
A parte la quantità di cose da scrivere e programmare, devo anche uscire per commissioni obbligatoriamente questa mattina, quindi ora mi bevo un altro caffè, che non mi sveglia lo sappiamo, ma è buono e poi è difficile dormire e bere contemporaneamente.
Ieri ho aggiornato il business plan che ho redatto a giugno dopo aver deciso molte cose, soprattutto cosa non volevo fare. Chiamarlo business plan in realtà è un insulto che di business ha molto poco. L’ultimo post (soprattutto la parte audio), l’istinto del salmone, è stato fondamentale per trovare il coraggio fino in fondo di ammettere a me stessa un sacco di cose e da lì a decidere come agire il passo è stato breve.
Agire è un ulteriore passo in avanti, non sarà facile perché i dubbi non mancano, ma se ben usati i dubbi diventano prudenza. Come dico sempre (e non solo io) la paura se ben sfruttata è una grande alleata.
Sto finendo la rilettura de Il monaco che non voleva avere ragione, continuo a parlare di questo libro come un libro rotto ma è qualcosa di indescrivibile nella sua semplicità. La quantità di concetti raccolti è infinita ed ognuno è un ottimo modo per affrontare la quotidianità.
Ieri su Instagram ho lanciato un sondaggio estemporaneo sul senso di perseguire una crescita spirituale oggi, in questa epoca. Come sempre pochissime risposte e c’è chi crede che spirituale e materiale sono due mondi che non si incontreranno mai. E riflettevo su come le difficoltà economiche e materiali monopolizzino tutto e alla fine non c’è più spazio per nient’altro, pensando che questo altro sia inutile, un surplus, qualcosa che non ti porta da mangiare nel piatto.
La vita è un po’ più complessa di così e, aggiungo, per fortuna.
Nel libro che ho citato prima, l’autore durante la sua vita da monaco mangiava una volta al giorno e solo quello che gli veniva donato. Il suo ordine, monaci della foresta, non maneggiava neanche i soldi. Ha sempre mangiato e racconta di come il cibo avanzasse anche.
Nel mio piccolo è un’esperienza che ho fatto anche io: che più ti preoccupi dei soldi meno ne avrai, più lasci andare e più la vita ti risponde. Ed io non navigo nei soldi, anzi. Ho chiuso tutto, rinunciato a tutto per reinventarmi di nuovo e lo posso fare perché ho chi mi sostiene, difatto in questo momento dipendo da un’altra persona con cui ho un progetto in comune. Tutto potrebbe cambiare ora ed io rimanere per terra, letteralmente.
Ci penso e sto lavorando per non rimanere in questa situazione per molto, ci penso e, come si suol dire, me ne occupo non me ne preoccupo. Ci penso e sono grata della possibilità che è arrivata, non per magia, ma perché ho seminato, ho messo le cause per arrivare ad avere questa occasione che sento come tale.
Ci penso e non me ne faccio un problema, non voglio che la mia situazione economica sia un problema, voglio che sia la mia occasione. Quando me ne sono andata via di casa a 27 anni non avevo un euro e mangiavo solo sgombro e mais (non ero ancora vegetariana). Anche dopo ci sono stati periodi che per fare la spesa prendevo gli spiccioli dal salvadanaio. So bene cosa voglia dire non mangiare, letteralmente.
Lo scrivo, almeno qui, perché una parte di me è un po’ stanca di essere trattata come se fosse una figlia di papà (o di mammà, giusto per non fare discriminazioni), come se non sapessi di cosa parlo. Lo so eccome ed ho scelto ancora una volta di non far guidare la mia vita dai soldi, ed è una scelta difficile da fare, da spiegare (che non è fondamentale) e da capire. Lo scrivo perché una delle poche cose che ha disturbato gli ultimi giorni (dopo altri ben più sofferenti) è il cinismo con cui le persone che non vogliono agire smontano chi invece cerca di fare e di fare in modo diverso. E non parlo solo di me.
Ogni persona nella propria vita è libera di fare e dire ciò che pensa, come scrivo nella newsletter di lunedì prossimo l’unico limite è il rispetto della vita altrui: il rispetto.
Commentare in modo cinica e disfattista è offensivo e svilente, ma soprattutto giudicante. E mi viene in mente chi dice scrivi online che ti aspetti: ancora pensiamo che siccome siamo online possiamo dire e scrivere tutto quello che ci passa per la testa. Non funziona proprio così.
Chissà se questo spazio è a suo modo un luogo di educazione digitale, di condivisione e reciproco rispetto, oppure sono solo megalomane. Vado a prepararmi per uscire, sono sicura che la voglio che ho la vedi anche tu che stai leggendo.