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Appunti della sera (14/11)

È un sacco che non scrivo da queste parti, ed è anche un sacco di tempo che non mi piazzo sul divano con il pc a scrivere. Ho sistemato la cameretta e la mia postazione di lavoro con monitor aggiuntivo, tastiera e mouse ergonomico, si lavora bene. Ma oggi sto sfasciata, il mal di denti mi ha trapanato il neurone. Ora sono qui con un antibiotico in corpo, tre tachicaf, dopo aver cercato sollievo con il lenident ora ho due chiodi di garofano in bocca, piantati lì. Non so bene cosa di tutta questa roba stia funzionando, l’importante è che il dolore sia sopportabile. Stanotte ho dormito male, oggi mi sono addormentata quasi per disperazione, concludendo niente di quello che volevo concludere.

Per due giorni sono sola, marito è di nuovo in trasferta, mi sono un po’ persa in questo cambio di stagione, riprendere il filo è più complicato del previsto.

Da un lato ho scelto cosa lasciare andare e cosa continuare, ma sono di nuovo qui che non riesco a riprendere con il Podcast Ciclofilosofico come vorrei e un po’ mi girano. Per il resto, come ho scritto nell’ultima newsletter – che non vorrei più chiamare newsletter perché difatto non lo è, ma non trovo un nome che mi soddisfi – mi tengo un po’ di mistero e privacy sul mio futuro lavorativo. Anche se sono buddista, sono un po’ scaramantica (le due cose sarebbero incompatibili, ma sono dettagli).

Decidere non è stato facile, la paura del giudizio è sempre forte anche se non dovrebbe, ma è molto facile dire che non bisogna farsi condizionare, farlo davvero è un’altra questione.

Oggi è uscita La Bullet, da parte mia non l’ha ricevuta nessunə perché nessunə si è iscrittə alla lista per riceverla, ero anche mezza intenzionata a rinunciare, ma non solo ho deciso di andare avanti, ho anche deciso che io stessa la userò. Sembra banale ma non avevo pensato di mettermi in gioco così tanto, in realtà dovrei farlo anche con Happy. C’è un non so che di presuntuoso nel creare qualcosa, dire alle altre persone di usarlo e non farlo in prima persona.

L’intento non era essere presuntuosa, ovviamente (spero sia ovvio). L’intento è sempre quello di dare e offrire, a volte nella foga di farlo si sbagliano i modi o si danno per scontate delle cose.

Domani mattina ho la prova con la personal trainer, ho deciso anche per questo percorso. Non è facile seguire la dieta ultimamente, nella testa mi martella un post sull’argomento Adhd e alimentazione, mi martella anche una puntata del Podcast sull’Adhd.

Quello che voglio fare è scrivere ogni giorno, perché lo so che quando scrivo do il meglio di me: è un’azione tanto semplice quanto impossibile in certi momenti.

Ho deciso di rallentare e fare solo questo, scrivere (ed anche registrare per il Podcast). Questa scelta che fa intuire molto del mio futuro lavorativo e non dirò altro, è sicuramente controcorrente: rallentare è un atto rivoluzionario in questo mondo ed è l’azione che più sta portando beneficio nella mia vita.

Sto scegliendo di lasciar andare tutto quello che non mi fa stare bene, non è solo una questione di privilegio (sono nella condizione di poterlo fare) ma è soprattutto una scelta, perché anche se posso farlo non è detto che sia facile farlo.

Rallentare mentre tutto intorno è frenetico, scegliere di dedicarsi una mattina leggendo, o un pomeriggio cucinando, non è solo decidere di fare quello che piace, ma è un esercizio costante di essere presente a me stessa nel mio presente (scusate la ripetizione di parole ma non so come altro esprimerlo).

Da quando ho scelto di rallentare e di lasciar andare tutto quello che non mi faceva stare bene, la vita mi sta portando su strade conosciute ma che per paura o ignoranza non ho percorso. È una sorta di esperienza circolare, di cui scriverò meglio, forse in newsletter. Volevo parlare dei corsi ma non sono capace, o forse non ho voglia, di parlare solo dei miei corsi come una banalissima newsletter commerciale.

Sto sviluppando (o forse ritrovando) la mia innata fiducia nella vita, che detta così in questo momento storico probabilmente sembro pazza.

È vero stanno succedendo cose molto brutte nel mondo, io sono al sicuro a casa mia, sul mio divano, al caldo. Nessuna di queste cose la do per scontato ed è proprio per questo motivo che cerco ogni giorno di alimentare fiducia e gratitudine.

A voler buttare sul razionale non porta a nulla crogiolarsi nel proprio malessere e malumore, tanto vale cercare di alimentare un circolo virtuoso.

Quasi quasi vado a scrivere la nuova uscita di Potrei avere torto la mia non newsletter, ma è presto, da qui a domenica chissà quante altre cose succedono di belle, devo anche cercare di non arrivare all’ultimo momento che poi domenica ospito una riunione buddista con un po’ di gente.

Chissà se posso togliere i chiodi di garofano, ora gugolo e poi mi piazzo davanti al Gohozon, che è meglio. Ci ho un po’ smollato, darò la colpa al cambio di stagione, ma devo darmi una smossa di nuovo!

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