Non capita quasi mai che io scriva di sera. L’idea originale di questo spazio era segnarmi tutti i pensieri che avevo durante il giorno e raccoglierli in un post alla sera, ma è infattibile. La sera arrivo stanca e mi distraggo ancora più facilmente.
Fa un po’ ridere dirlo visto il mio complicato rapporto con la sveglia, ma sono un animale da mattina. Quindi al di là degli obiettivi più o meno dichiarati mi accontento di raccogliere le idee una volta al giorno. Non so perché ho la teoria che se mi abituo a scrivere tutti i giorni, sarò sempre più veloce nel farlo e, soprattutto, riuscirò ad essere più sintetica e centrata sull’argomento. Non so neanche se ha un qualche fondamento.
Oggi sono riuscita a fare tutto quello che mi ero prefissata e sono felice perché finalmente sul Podcast Ciclofilosofico mi sono sbloccata. Determinante è stato decidere di assumermi la responsabilità delle mie parole come racconto nell’ultima newsletter (liberamente leggibile su Substack, chi si iscrive la riceve direttamente via email quasi tutti i lunedì mattina).
Decidere di prendere una qualsiasi direzione può essere molto difficile ma quando finalmente fai il passo senti solo forza e potenza, perché finalmente hai scelto.
Ho scritto 3 puntate e finalmente deciso cosa fare per la settimana del mio compleanno. Sono indietro come al solito ma ora ho una direzione e soprattutto sento di essermi sbloccata. Una sensazione difficile da descrivere: a volte non è tanto sapere dove vuoi andare il problema e neanche muovermi i primi passi, ma con quanta convinzione stai agendo, perché azioni esitanti produrranno solo effetti altrettanto esitanti.
Domani fiera del camper, spero che una giornata fuori mi aiuti a liberare la testa ed avere nuove ispirazioni. E giovedì si registra, e si scrive, e si registra.
Stasera mentre sistemavo la cucina pensavo a quanto sono cambiate le mie abitudini negli ultimi 9 mesi, di come in realtà sia stato tutto piuttosto naturale. Mi sorprende di me il mio lato culinario e la cura che ho per la cucina, sicuramente convivere è un grande stimolo a non lasciarsi andare ma non credo sia solo quello.
Sono sempre più convinta che il buddismo mi ha salvato la vita e che la diagnosi mi abbia dato nuova forza. Prima della diagnosi vivevo un momento di sconforto perché non ritrovavo più il mio legame né con la pratica né con la bicicletta. Sapere la causa, trovare l’origine, mi ha permesso di lavorare più in profondità, di andare oltre l’idea di essere sbagliata.
Non riesco a immaginare la mia vita se non avessi incontrato il buddismo, a volte penso che non sarei più qui, nel senso di viva. Lo so è un’espressione piuttosto dura, ma con gli alti e bassi e l’autostima messa a dura prova dagli eventi, senza un’ancora come la pratica buddista e la profonda consapevolezza che siamo perfettamente dotate e dotati così come siamo, chissà in quale direzione sarei andata.
Non ha senso fare questo tipo di discorsi lo so bene, sto lasciando andare i pensieri come vengono. Penso che scrivere sia catartico, non ho idea se le mie parole possano veramente essere di aiuto a chi passa da qua, stasera scrivo più per me stessa che altro o, come dice la mia editor, in realtà scrivere è un atto egoista.
Non sono neanche le 22 ma ne vado a letto, sono distrutta, in piedi dalle 5. Stasera ho annullato la recitazione perché ero molto stanca ma ho comunque voluto praticare e, non so come, ho fatto un’ora di fila di Daimoku. Chiudo la giornata a due ore, un obiettivo che per me era impossibile.
Parlare di numeri ha poco senso lo so bene, scritta così sembra solo che voglio riempire delle caselline, in realtà dietro c’è molto di più e sono sicura che ci sarà occasione per parlarne bene e con i modi giusti. Ora vado a letto, acchiappo un libro (sempre che riesca a leggere) e domani partenza presto direzione Parma, io e marito andiamo a farci una cultura sull’argomento camper di cui siamo totalmente ignoranti. Non vedo l’ora di tornare a viaggiare.