Era un po’ che non avevo un down come ai vecchi tempi, me ne sono accorta dopo che ho lasciato i piatti sporchi nel lavandino due giorni. Erano letteralmente due piatti, ultimamente marito lavora tantissimo e lo vedo solo per dormire, ma mentre ieri mattina li lavavo ho un flash della me del passato: piatti accumulati nel lavandino, casa uno schifo, finché veramente non toccavo il fondo e in un giorno sistemavo tutto pulendo come una pazza.
Non sono mai più tornata a quei livelli, sarà che marito ama pulire casa quando può, fa lavatrici e si occupa del reparto lenzuola e cambio letto. Sarà che ho scoperto che cucinare non mi dispiace poi così tanto quando ci siamo tutti e due e possiamo pranzare e/o cenare insieme.
Insomma non sono più sola e questo, personalmente, mi ha fatto venire voglia di essere un po’ migliore (per me prima di tutto) e soprattutto mi tiene in movimento e non chiusa nel mio mondo fatto solo di lavoro e gatti. Sarà anche che avere la lavastoviglie è un grande aiuto, quando proprio non hai voglia la fai andare a mezzo carico. Eppure ho lasciato i piatti nel lavandino per due giorni, non ne voglio fare una tragedia, non lo è, è un evento che mi ricorda che le crisi sono cicliche, che quando ti curi, impari a conoscerti non spariscono del tutto, solo il tempo tra una e l’altra si allunga, a volte anche di molto.
È un evento che mi ricorda che nulla è dato nella vita, che bisogna sempre sempre seminare, non significa che non puoi distarti, stancarti, fermarti, siamo esseri umani è del tutto normale. Però sempre per quel percorso di conoscenza e accoglienza di sé, quando succede non perdi tempo a darti addosso, ti domandi (almeno io lo faccio) cosa ti ha distratto, perché sei a quel punto e cosa puoi fare per uscirne.
Tipo io scrivo e stamattina ho cominciato un vecchio taccuino comprato più di un anno fa, scartato ad inizio mese e messo lì, dal Gohonzon, in attesa del momento in cui avrei avuto il coraggio di mettere nero su bianco gli obiettivi che da settimane abitano la mia mente. E l’ho fatto e sono obiettivi enormi, al momento impossibili. Ma non è questo che mi ha fatto crollare, anzi sognare e determinare mi dà grande forza.
In realtà non lo so cosa mi ha messo a terra, forse i problemi di salute delle ultime settimane, uno diverso dall’altro e senza apparente causa comune, forse il caldo. Sto di nuovo dormendo al mattino, allungo sempre di più il momento in cui mi tiro su dal letto e questo un po’ mi fa paura. Dopo settimane di scuse per i freni della bici, ora che sono a posto non l’ho ancora ripresa. Non mi sento a mio agio, non mi sento sicura, non so perché. Ma se non ritento e non provo ad andare oltre di certo non scopro cosa mi sta succedendo che poi lo so che quando sono in sella canto come una pazza.
Riconoscere i segnali è già una grande cosa, rimanere quasi in allerta rispetto a comportamenti che agli occhi di altre persone sono normali, in fondo non mi sto ancora alzando tardissimo, 7.30/8.00 è ancora accettabile, ma io lo vedo che allungo sempre di più.
Il tutto dopo aver messo nero su bianco tutto il progetto, strategia e piano operativo. Non fatico a credere che mi stia autosabotando ancora una volta, la paura sa essere subdola e si manifesta in tanti modi. Ma non gliela darò vinta, ascolterò i miei bisogni (se ho effettivamente bisogno di dormire lo farò non voglio neanche ossessionarmi) ma starò attenta che non diventino alibi.
Mi domando se ha senso provare una psicoterapia, anche se lo psichiatra dice di no. Tanto qualunque scelta è subordinata alla disponibilità economica. Continuo a dirmi che se sono in dubbio non ha senso farlo. Per la nutrizionista non ho avuto dubbi ed infatti ho deciso e trovato il mondo di andarci.
Un sacco di pensieri nella mia testa oggi ma a questo giro scrivere ha funzionato, non ho chiaro niente ma la testa più leggera.