Dopo la trasferta a Genova ci ho messo un po’ a riprendermi, domenica mi sono praticamente obbligata a salire in sella ed ho fatto bene. Arrivata a Fiumaretta mi sono spersa a fissare un cane che giocava e mi sono ricordata che la felicità è proprio sotto i nostri piedi ma troppo spesso ce lo dimentichiamo.
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Fiumaretta, domenica mattina, un bordello di gente rispetto al solito. Non tanta, però la domenica la gente va in spiaggia, un sacco di gente coi cani. Il tempo è meraviglioso stamattina, nel senso che c’è un filo d’aria si sta bene.
Sono uscita tardi, sono arrivata e mi sono goduta un cane felice di nuotare. Però sono qua in palla con un cane che ha trovato una bottiglietta di plastica e sta giocando – sorvolo sulla plastica in spiaggia – e niente è il cane più felice del mondo.
Ha trovato questa bottiglia, il suo tesoro. Quindi corre, la lancia, se la va a riprendere, a parte che corre a una velocità pazzesca perché si è fatto tutto, tutto un pazzo qua di di lungo fiume in tre secondi netti però c’è una forza pazzesca. È bello vederli così me li immagino che poi arrivano a casa e sono morti spiaggiati, ma dubito. Mi piacerebbe avere un cane, decisamente, anche se non l’ho mai avuto, non ho idea di… di un sacco di robe.
Si sta veramente da dio. Ho un botto di cose da fare perché sono in ritardo con la newsletter e boh, dovrei anche un po’ cucinarmi pranzo e cena, vedere le cose per il domani. Ieri non ho concluso niente, ero molto stanca, ero anche molto arrabbiata, quindi poi il mio cervello è rimasto annebbiato.
Genova è stato… è stato bello andare a Genova, non mi manca, anche se poi quando l’ho lasciata un pochino di magone l’avevo ma non tanto per la città, più per le persone. Diciamo che ho perso, tra virgolette, la quotidianità o forse la libertà di frequentarle in maniera fisica. Ma sono veramente due persone, si contano letteralmente sulle dita di una mano, a parte la family.
Ora mi finisco la barretta, rientro, devo ancora capire se farmi l’anello da bocca di maga o se rientrare dalla strada dell’andata. Ho una sensazione strana oggi, perché non ho voglia di pedalare, ma ho voglia di pedalare. Sta tornando a essere una droga, una dipendenza, ma non un automatismo, cioè alzarmi dal letto e salire in sella è tutto fuorché automatico.
Da oggi, diciamo non dovrei più avere intoppi per fare la dieta, nel senso che dovrei riuscire a prenderla… non in maniera seria perché l’ho presa in maniera seria, però senza distrazioni. Ho pacciugato un po’, sì, ho mangiato un po’ di focaccia soprattutto. Però a questo punto tutto quello che mi serve e che devo mangiare ce l’ho in casa. Non ho più scuse di spese, non ho più scuse che vado in giro, quindi anzi, ho la scusa per non andare in giro, che non ne ho molta voglia. Mi finisco questa barretta e riparto.