Ho iniziato a scrivere il testo qui sotto stamattina, poi ho deciso di metterci l’audio che ho registrato stamattina al mare, ma ce n’era anche uno di ieri a casa. Ascolta tutto, aggiusta ancora un po’ l’audio che va bene non perfetto ma sono comunque troppo pignola. Pranza, digerisci, prendi il caffè… Alla fine sto pubblicando a metà pomeriggio. Come dice il proverbio, meglio tardi che mai.
Continuo a ragiona di produttività tossica, finirà che mi metterò a cercare studio in merito, lo so.
Ho un file su Notion dove tra sabato e lunedì rivedo tutta l’organizzazione della settimana, funziona, funziona ancora meglio se al mattino pedalo.
Stamattina lo guardo tra il confuso e il sonno.
Dopo giorni a discutere come stessa (vedasi ultimi post qui sopra), stamattina mi sono alzata, in ritardo, fatto Gongyo velocemente e, ancora con le caccole negli occhi, ho preso la bici.
La testa diceva no, le gambe facevano male. Arrivare solo fino a Fiumaretta mi sembrava una sconfitta, passata Marinella di Sarzana ancora non ero contenta: ho fatto tutta l’andata e un pezzo del ritorno rimuginando su cosa non avevo fatto, come alzarmi per tempo e praticare e partire presto. Ero in ritardo di mezz’ora, manco avessi avuto qualche appuntamento all’andata o al ritorno, e continuavo a darmi addosso.
L’ultimo pezzo del ritorno l’ho pedalato pensando che devo perfezionare il giro in modo da fare 30 km senza dover fare ulteriori deviazioni al ritorno. Ho anche un po’ pensato che sono una deficiente, che avrei potuto fare come i giorni scorsi ed, invece, nonostante tutte le resistenze, ho messo insieme più di 29 km e che dovevo smetterla di pensare che non erano 30, come se 29 km in un’ora e mezza non fossero un buon risultato per me.
Produttività tossica a livelli notevoli già di lunedì mattina. Ed ora sono qui che guardo Notion un po’ confusa tra quello che non ho concluso la settimana scorsa e quello che vorrei questa settimana, non sapendo bene da dove cominciare, mi sembra tutto più grande di me.
Qui sotto le riflessioni del mattino dalla spiaggia, mentre mi rendevo conto di aver fatto un casino con la newsletter, che mi è uscita così bene che mi giravano assai… alla fine l’ho spedita da casa molto dopo, chissà che le statistiche non mi confermino che è l’ora giusta.
Per ascoltare la puntata clicca qui sotto, se preferisci leggere prosegui oltre.

Dopo quasi una settimana di tentativi eccoci qua, Marina di carrara, seconda parte… seconda volta. Mi piace un sacco questa statua, un po’ meno la spiaggetta perché è veramente, veramente risicata in mezzo agli stabilimenti balneari. Sono andata un po’ più in giù, ma non non trovavo altre spiagge libere che mi pare di capire son quasi tutte all’inizio, però volevo fare quindici chilometri, semmai la prossimo giro mi faccio il giro dell’oca e poi vado proprio all’inizio che mi pare che ce n’è un’altra, forse un po’ più grande non lo so, questa è comoda perché c’è il muretto, appoggio la bici e mi guardo il panorama.
Oggi c’è uno che sta rastrellando la sabbia, non lo invidio, non ho beccato il tizio col metal detector, ma probabilmente perché sono un po’ in ritardo, c’è poca gente, si sta veramente veramente, veramente bene, l’ho detto veramente?!
Nonostante tutto non riesco ad essere soddisfatta perché mi sono alzata molto tardi e praticamente ho fatto solo gongyo, ma credo che, tornando al solito discorso, questa sia proprio produttività tossica, nel senso che, invece comunque di vedere il risultato… sia tardi o non tardi alla fine sono salita in sella e sono qua, guardo tutto quello che non ho fatto, come tra l’altro se la giornata fosse finita ora, quindi veramente ho questa questa tara da scardinare.
Non sarà facile perché me la porto dietro da parecchi anni, però una delle cose che… che mi dà sempre grande forza è l’idea che se vedo qualcosa la posso correggere, soprattutto se sento di doverla correggere. Quindi già il fatto che ho questo… provo questo sentimento e vedo che ho davanti a me delle cose da… da modificare sono un buon segno.
Ora mi faccio colazione, la mia frutta secca e i miei datteri – meno male che a me i datteri non piacevano, ora sono dattero dipendente- e riparto.
Non so bene che giro fare perché la strada da Bocca di Magra mi dà sempre molte soddisfazioni, ma a quest’ora secondo me c’è ancora più bordello del solito, non che all’andata io non abbia beccato i soliti idioti coi soliti sorpassi. Uno fra tutti appena uscita dal cancello di casa, quindi mi farò guidare delle gambe.
È stata una lotta stamattina comunque, decidere dove fermarsi se andare avanti. Se fermarmi a Fiumaretta che ormai Fiumaretta è una meta… la considero una meta talmente vicino che è proprio la metà della sconfitta, quasi. Cosa che è una cagata… sono tutte cagate che sono nella mia testa. Ci sarà da ridere.
Ah ma… non sta… ho capito ora che sì sta rastrellando la sabbia, ma per pulirla dalla rumenta. Meglio tardi che a capire le cose.