Oggi non riesco a concentrarmi e canto. Sono stonata come una campana e sono a casa da sola, e canto. Quando ho bisogno di energia e buon umore attacco a tutto volume Occidentali’s Karma di Gabbani e canto come se non ci fosse un domani per buona pace di chi mi sta intorno.
Oggi è una giornata strana, finalmente dopo giorni ad alti e bassi mi risento me, tra intestino pressione denti sembrerebbe tutto rientrato o comunque sotto controllo, ma non riesco a concentrarmi. Mattine in cui ho solo sonno.
Negli ultimi giorni ho rimesso il sesto il sito di un’amica, un lavoro che si è rivelato più lungo del previsto e, per come sono fatta io, molto assorbente: quando mi si pianta qualcosa in testa devo finirla se no non mi si libera il neurone. Il casino è, che quando mi si libera, ci mette un po’ a riprendersi. Nulla di nuovo sotto il sole, anzi più conosco a fondo il modo in cui funziona il mio cervello, più la smetto di lottare contro me stessa. Forse inizio a comprendere che superare un limite non vuol dire necessariamente abbatterlo, anzi più spesso significa cavalcarlo, anticiparlo.
Mi sono rassegnata che il mercoledì è il mio giorno off (a quanto pare non l’unico) e quando mi organizzo di conseguenza non è più il giorno totalmente perso che è stato per anni, ad esempio.
Non sono processi facili, molto spesso ti ritrovi a lottare con tutto quello che ti hanno insegnato negli anni, in fondo sono cresciuta anche io nel mito del volere è potere, ci ho creduto fino all’altro ieri senza analizzare la questione nella sua complessità.
E così oggi sono qui che penso che ho in cantiere due articoli complicatini da scrivere e che visti gli intoppi vari domani non uscirà nulla sul Blog, il ché un po’ mi fa incavolare ma tra vertigini, giorni off, altri lavori, non mi voglio lamentare, anzi mi rendo conto che i miei down sono sempre più brevi e le riprese sempre più rapide. E siccome ci saranno sempre alti e bassi inutile arrabbiarsi, è solo uno spreco di energie.
Dovrei anche mettere giù la newsletter, ma voglio aspettare domani: stasera vado a vedere la prova aperta di uno spettacolo e chissà magari ne esce fuori qualche riflessione interessante. Ho in cantiere anche un articolo sul senso dell’attivismo e questo spettacolo c’entra, tempo al tempo.
Scrivere è sempre catartico, sono passata dalla canzoni alla mia playlist per concentrarmi (se avete Spotify la trovate qui), inizio sempre dall’inno alla gioia e poi va in riproduzione casuale, funziona spesso, non sempre, a volte mi serve solo silenzio che con la ferrovia a fianco casa non è proprio una cosa facile da ottenere. Il problema sono i rumori prima di concentrarmi, una volta che ce l’ho fatta non mi accorgo neanche se il gatto mi cammina in testa.
Pubblico questo delirio e apro la lista delle cose da fare, vediamo se riesco a concludere qualcosa.