Stamattina guardando il mare ragionavo su un sacco di cose, tra cui su come riconoscere la produttività tossica.
Oggi ero lanciatissima nel fare un sacco di cose ma una brutta notizia a fine mattinata mi ha fregato e nel pomeriggio l’unica cosa che ho fatto è stato stendermi per dormire un po’ e spegnere il cervello. Ci si potrebbe chiedere che senso ha alzarsi alle 4.30 del mattino se poi il pomeriggio crollo e non concludo niente, per lo meno io me lo sono domandato e mi sono anche data una risposta, non pretendo sia giusta ma per me ha una sua logica.
La produttività diventa tossica se fine a sé stessa, se l’unico scopo a fine giornata e poter riempire un sacco di caselline con la scritta fatto, potersi vantare di aver fatto numericamente un sacco di cose. In sintesi se lo scopo è compiacere il nostro ambiente, qualunque forma abbia, dal vantarsi sui social al capo in ufficio.
Quello su cui dovremmo ragionare è invece noi stessз e il proprio ritmo personale, non è neanche dirsi di aver dato il massimo, ma per me è potersi dire di aver rispettato sé stessз cercando di portare a termine quanto si desiderava, che può essere un compito solo come mille.
Su questo argomento sto ragionando parecchio, ne voglio scrivere ancora e bene. Intanto qui sotto la trascrizione dei pensieri del mattino che se preferite potete ascoltare sul podcast di Appunti Ignoranti su Substack.
Marinella di Sarzana, sette e mezza del mattino io, il mare e i gabbiani. Inizia la stagione, una stagione in cui non c’è nessuno in giro, tranne quei due che portano magari in giro il cane o qualche pescatore. Ma oggi sicuramente non è mare per pescare, una di quelle mareggiate belle che non fa da anni e che è un piacere – almeno danni sulla terra – e che è un piacere, un piacere vedere. Il cielo è nuvolo, però si sta veramente bene e dovrò felicemente tirare fuori la maglia a maniche lunghe, perché solo con l’antivento e la maglia a maniche corte ho quasi freddo stamattina, anzi ho freddo. Mi ero portato l’asciugamano per sedermi e fare magari colazione con calma, ma credo che mangerò in piedi, tra l’altro non mi fido molto dei gabbiani che sono molto intenti a curiosare nel mare, però non si sa mai.
In questi giorni ho riflettuto non molto, di più, su in che direzione andare, l’ho scritto anche in diverse occasioni. Sto perdendo seguito un po’ ovunque, l’avevo messo in conto. Non avevo messo in conto che sarei stata così in ritardo sul Podcast e così in crisi sulla creazione di alcuni di… alcuni tipi… alcun alcuni… Oddio, mi sono incasinata! Sulla creazione di alcuni tipi di contenuti, perché vorrei parlarne bene, perché vorrei parlarne con cognizione di causa, perché vorrei avere il tempo di studiare molto di più di quello che studio e mi sembra di essere approssimativa. Poi apro i social, leggo cose in giro e come al solito mi ripeto che forse sono un po’ tanto severa con me stessa, anche perché da subito, da quasi subito, ho sempre cercato di impostare i miei contenuti non come risposte, ma come domande aperte e inizio, o meglio, ho preso consapevolezza del fatto che forse è proprio questo modo di impostarli che non li rende così poco popolari perché le persone ricercano la soluzione, in ogni cosa.
Ora, finché si tratta di meccanica, finché si tratta di pulire la bici finché si tratta del codice della strada applicato bici o di qualche consiglio per quanto riguarda il ciclismo urbano, nulla da dire, posso dare delle risposte. Alcune cose sono oggettive se parliamo di leggi o codice della strada, altre soggettive se parliamo di come approcciare il ciclismo urbano, però sì, posso, in base alla mia esperienza, dare delle risposte. Mentre per quanto riguarda tutta un’altra serie di argomenti che sono femminismo, attivismo, in qualche modo tutto riconducibile alla giustizia, all’etica, al cercare di creare un mondo diverso, una società, come ho scritto sul Blog, equa e non violenta, allora lì diventa complicato dare delle risposte, perché io non ho delle risposte e non so neanche se le voglio avere, nel senso che non mi voglio porre come colei che ha capito tutto dalla vita, perché non è questo, non ho capito tutto nella vita, non ho tutte le risposte, ma mi rendo sempre più conto che questo tipo di atteggiamento allontana comunque. Porsi in discussione è molto difficile.
Non voglio giudicare nessuno, perché… nessuna e nessuno, perché proprio in questo periodo sto facendo un’importante esperienza sul valore della diversità e delle differenze e di come ogni persona affronti la stessa situazione in maniera diversa e tutti questi questi modi sono validi. Non è una questione di giudizio. Sto prendendo atto di alcuni meccanici, di alcuni atteggiamenti, anche meccanismi di difesa, perché ci sta che non ci si senta pronti e pronte a fare un determinato percorso.
Sta uscendo il sole, si è spostata la nuvola, c’è un sole meraviglioso e un mare sempre più bello… Niente, ho preso atto di tutti questi ragionamenti qua e un po’ arrabbiata perché avevo già iniziato a pensare per il Podcast, ma sono successi dei casini tecnici, sto cercando di ripartire e sto anche valutando se spostare effettivamente delle date o no, anche perché sì, il Podcast sinceramente non so quante persone lo aspettano. Quello che voglio fare è veramente un azzardo totale, un po’ come per il Blog. Quindi dubito sinceramente che una settimana prima o una settimana dopo possa effettivamente cambiare qualcosa.
Niente un gabbiano mi ha distratto perché stava pericolosamente venendo nella mia direzione. Ma io non ho da mangiare gabbiano.
Ora faccio colazione, faccio una fotina con questo sole meraviglioso, torno a casa, c’ho una fitta giornata e ho già in mente alcuni contenuti che vorrei scrivere perché proprio mentre praticavo stamattina e anche ieri sera ragionavo sul concetto di produttività tossica e sul come riconoscerla, però non so bene se è già un contenuto definitivo e quindi lo butterò su su… sul Blog o se magari appunto finisce su Appunti Ignoranti, come forse questa nota. Ultimamente ho registrato delle cose, ma poi non le ho più pubblicate. Credo che la domanda aurea debba essere “posso creare valore con questo contenuto?”.
Vero che Appunti ignoranti è un dietro le quinte, una specie di sfogatoio, un… un flusso di coscienza, un libero pensiero, però vorrei che questi pensieri, per quanto non filtrati… non che La Ciclista Ignorante lo sia, sicuramente è strutturato in maniera diversa, vuole essere, diciamo più tecnico fra molte virgolette, allo stesso tempo non è che pubblico tutto quello che mi passa sulla testa su Appunti Ignoranti perché mi passa sulla testa (nota di trascrizione: non ho idea perché ho usato l’espressione “sulla testa” che non credo neanche sia italiano, guardavo il mare, il sole, decisamente ero un po’ distratta da tutta quella bellezza).
Mi piace l’idea di far vedere cosa c’è dietro tutta una serie di articoli e cosa c’è dietro il Podcast, compresi i dubbi. Tra l’altro questa cosa dei dubbi va tanto di moda, quindi è diventato veramente complicato condividere in maniera autentica, perché rischi di non sembrare autentica, perché tutto è diventato strategia, strategia di comunicazione, strategia di marketing. Probabilmente, anzi sicuramente sono meccanismi che già c’erano prima dei social, prima del web, ma credo che ora sia tutto molto, molto amplificato. Come scrivevo ieri, è difficile emergere in mezzo a tutta questa fuffa, a un certo punto ti chiedi anche un po’ perché lo stai facendo se senti che ha senso quello che stai facendo?
Ho rilanciato tantissimo con il Daimoku, con la pratica proprio perché vorrei andare a fondo di alcune decisioni che ho prese, che se le ho prese c’è un motivo. Alcune cose lo so, di altre forse me lo sono perso per strada e quindi c’è anche tutto un ripercorrermi per ritrovare il mio perché.
Nel mio piano esecutivo, quello che ho chiamato piano esecutivo su Notion, che sono praticamente l’organizzazione della mia settimana… Doveva essere l’organizzazione settimanale in realtà c’ho roba da qua a fine anno, però tendenzialmente mi organizzo di settimana in settimana, al massimo di quindici giorni, poi le settimane precendenti le butto via, cioè non è che tengo tutto perché mi crea solo che confusione, voleva essere un piano esecutivo…
All’inizio… all’inizio del… del file ho scritto “Torna sempre al tuo perché, ritrova sempre il tuo perché” perché è molto facile perderlo, è molto facile perdersi per strada, è molto facile farsi prendere dal… dalla routine e dai meccanismi. È anche un po’ per quello che prima ragionavo sulla produttività tossica e su quanto a volte si facciano le cose per riempire le caselline e potersi… poter dire alla gente “ohh, guarda quante cose ho fatto”.
La produttività diventa tossica proprio per il fatto che perdi di vista quello che è il tuo perché.
Ieri una piacevolissima conversazione col mio psichiatra mi ha anche fatto capire altre cose sul concetto di produttività, però poi queste le scrivo bene, le approfondisco bene, ora ho solo fame. Mi sembra che i gabbiani se ne siano andati. Questo sole mi sta un po’ scaldando le spalle, quindi me lo godo, mi mangio la mia barretta perché oggi c’ho barretta come snack e me ne torno a casa. Ciao a chiunque abbia ascoltato.
Ciao🙂 Mi sono iscritta ieri.
Mi piace leggerti perché non hai quasi alcun filtro. Si respira..
Grazie mille per la fiducia ❤️