Sul divano a scrivere. Sono le 11 passate del mattino, inizia a fare caldo ma non se accendere i deumidificatori ed è da Ferragosto che non pedalo.
Anche quella mattina lì non sono uscita in bici ma la sera avevo proprio voglia di pedalare, anche per cercare di affrontare la paura di pedalare con il buio che da queste parti non è come in città, in alcuni tratti è proprio buio (ed infatti dovrò migliorare le luci). È stato bello andare sul mare si stava molto bene, ma da quel giorno non sono più uscita.
Mi alzo, neanche troppo tardi (rispetto alla mia vita genovese), 7.30/8 alla fine sono sveglia, un paio di giorni me ne sono rimasta a letto a non fare niente fino alle 10, ma ormai sono solo eccezioni e non la regola. Mi alzo ma non pedalo e inizia a mancarmi ma mi sento anche un po’ stanca, fa effettivamente un sacco caldo e, come sempre, ogni volta che mi fermo ricominciare è delirante.
Ieri ho aperto il file degli obiettivi per l’attività. Essendo in ritardo su tutta la tabella di marcia, ovviamente, pensavo di essere molto indietro con tutto e di aver realizzato poco. Ed, ovviamente, mi sbagliavo.
Sempre ieri in newsletter ho presentato Happy 🦋, un mix tra un diario della gratitudine e il gioco della felicità di Pollyanna: facile consigliare alle altre persone cosa fare, un po’ meno facile metterlo in pratica. Stamattina mi sono piazzata davanti al Gohonzon a studiare e praticare e ho ricercato il mio spirito di gratitudine che era un attimo sepolto dal senso di frustrazione e dall’idea di essere un’incapace. Per fortuna ho dovuto scavare molto poco. A questo serve allenarsi a ricercare sempre il bello in ogni cosa che, anche quando scivoli, non stai a terra per molto.
Ma non è una gara a chi è più bravə, figə, performante, è una scelta personale, la felicità è una scelta. Nei giorni scorsi ho perso, al solito, tempo nel darmi addosso perché non riuscivo a seguire il mio stesso programma. Giovedì scorso a fine giornata ero sfinita, ho passato tutto il tempo a dirmi che avrei dovuto fare altro rispetto a quello che non stavo facendo, uno spreco di energie immenso per tutto il giorno. Sapere non basta a mettere in pratica, le emozioni e i sentimenti non hanno pulsanti come in Inside Out.
Oggi sono qui, seduta sul divano, che scrivo sempre con il solito duplice scopo: mettere in ordine i pensieri e con l’augurio che se qualcunə passa di qua non si senta solə in certi momenti.
Stamattina mentre praticavo pensavo all’organizzazione, in senso lato, ci voglio scrivere un blogpost su laciclistaignorante.it da tempo. Pensavo al mito dell’organizzazione, a come ho sempre creduto di non essere io in grado di organizzarmi e a come, invece, non vedevo le persone che ho intorno: alla fine ognunə ha trovato il suo metodo, chiunque per organizzarsi si crea un metodo, più o meno personalizzato ma, soprattutto, non avevo mai visto come alcune persone fossero fintamente organizzate.
Parlo di mito perché sono convinta che la società per come l’abbiamo costruita e per come la stiamo portando avanti, insieme ad un concetto tossico di produttività porti avanti anche quello malsano dell’organizzazione. Per essere produttivз bisogna essere organizzatз altrimenti come si fa a lavorare e rendere al massimo e guai a non farlo?
In questi giorni ho ritirato fuori la tecnica del post.it, letta in un libraccio un sacco di tempo. Il libro parlava di come organizzarsi per studiare ed era proprio brutto, tutto incentrato sulla produttività tossica: ma come sempre sono riuscita a tirare fuori qualcosa di buono anche da un testo così.
La tecnica del post-it consiste nel scrivere la sera come vuoi organizzare e cosa vuoi fare il giorno dopo, attaccarlo in un punto preciso in modo che sia la prima cosa che vedi la mattina dopo. Ovviamente lo adattato che la prima cosa che voglio vedere al mattino sono i miei gatti e non le cose da fare se no continuo a ricadere in quel concetto tossico malsano e estremamente radicato che valgo solo se produco.
Adattando la tecnica in modo, per me, più sano, scrivo 3/4 cose che voglio assolutamente fare il giorno dopo e non lo attacco da nessuna parte, o rimane sul comodino o lo lascio dal Gohonzon. In linea di massima i post it mi seguono per tutta casa, anche perché spesso passo dalla scrivania al divano al Gohonzon. Sta funzionando in combo con il mio file su Notion. Funziona così bene che di 3 cose che ho scritto ne ho già rimandato 2 oggi e la dice lunga che forse sto ricadendo in alcune tendenze, una ormai la faccio domani troppo caldo per pedalare o esco al mattino prestissimo o non esco, l’altra dovrei recuperarla perché si tratta solo di uscire di casa nonostante il caldo. Che sembra una contraddizione detta così ma sono dettagli.
Questo post è la rappresentazione perfetta di come funziona la mia mente Adhd, passando da un argomento all’altro che per me sono collegati senza riuscire sempre a spiegare il nesso.
In ogni caso, la cosa più bella di oggi è questa sensazione di potenza, gratitudine e felicità che provo al di là di tutto, al di là del rimandare, del non aver pedalato e del caldo che mi ammazza (letteralmente perché io sono un animale da freddo).
Ora chiudo qua e apro Notion e vediamo cosa riuscirò a fare oggi, senza ansia da prestazione ma con il desiderio che vorrei contraddistinguesse ogni mia giornata di dare il massimo per come riesco.