Volevo pubblicare ieri ma alla fine non ce l’ho fatta, sono andata lunga con la nuova configurazione per il podcast e nel frattempo mi è nata l’idea di creare un altro podcast su Substack, il podcast di Appunti Ignoranti.
Nella mia testa l’idea è sfruttare la mia voglia di condividere per migliorare la tecnica di lavoro, compresa la parte della trascrizione che è un po’ lunga.
In tutto questo ho deciso di tornare definitivamente al podcast solo audio, lo sento più mio e mi facilita di poco il lavoro. Di poco perché sono molta pignola, ma adottato un software per audio e non per video anche la post produzione migliora sia nel risultato che nell’esecuzione.
Alla fine essere in ritardo (ne parlo bene nell’audio qui sotto) non è stato così male visto che comunque sto cambiando di nuovo alcune cose. Ma il resto semmai lo scrivo in newsletter.
Ok, mi sento impacciatissima, perché sto cercando di fare delle prove col microfono nuovo… nuovo, la configurazione nuova per fare il podcast. Ho la fortuna di avere un marito fonico che aveva un po’ di materiale da parte, a parte comprare la scheda audio il resto abbiamo cercato di adattarlo a quello che avevamo in casa, anche perché quello che avevamo in casa della bella roba, io non la so usare, ma è della bella roba.
Ci sono stati un po’ di problemi tecnici, perché ovviamente il software non vedeva la mia scheda audio e una volta che abbiamo finito di configurare tutto usando la sua scheda audio, è partita la porta usb della sua scheda audio. E il lavoro che doveva durare mezzoretta alla fine è durato tre ore, una cosa del genere. Però lui ha imparato un sacco di cose e io sto imparando un sacco di cose, molto affascinante… non mi interessa tanto la parte tecnica in quanto tecnica, i software sono tutti diversi, hanno tutte queste interfacce con mille pulsantini, ma mi interessa, mi affascina molto come il suono a seconda dello spazio, a seconda degli oggetti all’interno di quello spazio, diano un effetto piuttosto che un altro, questo lo trovo molto affascinante.
Abbiamo fatto tutte le prove con le cuffie perché nell’ottica del video podcast preferivo avere le cuffie piuttosto che gli auricolari, come fanno quelli fighi, ma alla fine ho deciso di tornare all’audio podcast, quindi non aveva più senso continuare a fare le prove con con le cuffie che mi danno noia e mi fanno male. Quindi rimesso gli auricolari è cambiato ancora quello che avevamo impostato. Veramente molto, molto affascinante.
Avevo già in realtà registrato, ma ho registrato bassissimo perché lui era in casa, mi dispiace disturbarlo, stava riposando. Ora è uscito a fare delle cose, quindi ora mi sbizzarriscono. È mio limite quando c’è qualcuno in casa io non riesco a registrare. Faccio anche molta fatica perché sotto di me vive suocera e non lo so, mi dà proprio l’idea di… il mio timore non è tanto che mi ascoltino perché tutto quello che registro va online, il timore è proprio quello di disturbare, di dar fastidio e un po’ mi dispiace. Ovviamente sono tutte pipe mie ma questa è un’altra storia.
Nel decidere di fare questa prova ho deciso di renderla fruttuosa, cioè di non perderla tra le mille tracce fatte oggi – che ora poi devo andare lì e buttarle via – ma farne qualcosa e quindi ho deciso di metterla su Appunti Ignoranti. Appunti Ignoranti è il dietro le quinte de La Ciclista Ignorante dove scrivo molto spesso, non tutti i giorni, però molto più spesso di quello che facevo all’inizio, l’ho trasformato più volte. È proprio un dietro le quinte, quindi racconto di quello che combino durante la giornata, di riflessioni personali, tutto quello che non metto più su laciclistaignorante.it, non perché non mi rappresenti, ma per un banale… per una quasi banale considerazione di -non mi vengono le parole perché ovviamente sto improvvisando- per una banale situazione di seo.
Nel momento in cui ho deciso di togliere delle cose, creare dei sotto domini cambiare hosting, il blog sta esplodendo. Ovviamente era il mio obiettivo.
Quindi Appunti Ignoranti è una sorta di diario online (c’è chi dice che sono un megalomane, ma me ne sb…): il mio scopo è sempre quello di condividere un’esperienza personale per renderla collettiva. Io condivido quando penso che la mia esperienzam anche molto sciocca come questa della prova audio, oppure varie cose che mi possono succedere durante il giorno, possano essere utili alle persone.
Nel frattempo, sto cercando di capire… ci sarà una funzione in cui mentre registro mi segue la traccia, vabbè lo scoprirò. Se qualcuno che mi sta ascoltando conosce Pro Tools, ovviamente la versione free, perché prima di investire volevo approfittare del fatto che la versione free è una versione completa dove si riesce a far tutto, con dei limiti di numero di tracce, ma io non registro musica, quindi è un limite che non mi tange… Se qualcuno lo conosce e vuole darmi una mano, jeppa. Ovviamente una persona normale si sarebbe andata a leggere la guida. Non ho letto una mazza ancora. Quindi chiunque mi stia ascoltando può insultarmi tranquillamente.
Detto questo, prima di chiudere questa nota delirante, mi andava di condividere una piccola riflessione che ho fatto stamattina. Mentre mi alzavo dal letto, mi sono resa conto che il primo pensiero mentre mi alzavo dal letto è stata “sono già in ritardo”, poi d’istinto sono andata a praticare perché avevo il cervello annebbiato, avevo sonno, ho detto la prima cosa che ormai faccio di nuovo da venti giorni è quella di mettermi davanti a Gohonzon, io sono buddista e mi fa molto bene perché essendo una persona anche adhd praticare con la testa ancora mezza annebbiata dal sonno è fenomenale perché riesco a concentrarmi benissimo. E proprio mentre ero lì davanti pensavo “ma in ritardo rispetto a che, rispetto a cosa? Rispetto al mio stesso programma, rispetto alle aspettative che io metto su questa giornata. É perché ho queste aspettative?”
Perché, nonostante il tanto lavoro fatto fino ad oggi, sono anch’io vittima -la gatta in sottofondo vuole lo spuntino, quindi ora finisco, le do lo spuntino – dicevo, nonostante tanto lavoro fatto su di me sulla persona che sono, le tante riflessioni sulla narrazione tossica, sull’ambiente, su tante cose, alla fine alla fine sono anch’io vittima del fatto che le giornate devono essere produttive.
Bisogna sempre concludere qualcosa, soprattutto ora che sono in questa fase di rilancio, trasformazione in cui sembra che io debba dimostrare di lavorare il triplo perché in questo momento non produco reddito, quindi devo dimostrare di fare cose.
E proprio mentre… sempre mentre ero lì che praticavo – ho fatto, ho fatto dieci minuti, venti minuti, non è che faccio tutto sto Daimoku al mattino, ma in generale ne metto insieme tanto perché faccio pezzettini di dieci minuti, chiusa parentesi – mi sono detto “Ok, anche oggi darai il meglio di te e pazienza… cioè darai il meglio di te. Punto. E non c’è un essere in ritardo, un essere perfetto, non essere perfetto.
Io non so che non sto dicendo nulla di nuovo, eppure è mi sembra… Ho la sensazione che siano cose che vanno continuamente ripetute, continuamente dette, continuamente raccontate per farle veramente nostre perché siamo in questa epoca di super produzione, del devo aver fatto tot cose. Io sono una da obiettivi giornalieri, ho rispolverato la tecnica del pomodoro mi fa bene, faccio un sacco di cose che mi danno soddisfazione, però a me, non che devo rispetto a qualcun altro o a qualcos altro -lo lasciamo per il linguaggio inclusivo, non ce la posso fare stasera-.
Comunque, detto questo, sono considerazioni personali sul fatto che magari il primo pensiero al mattino dovrebbe essere non “sono già in ritardo”, ma “ok, mi sono svegliata da questo momento in poi cosa posso fare? Cosa avevo in programma e cosa posso fare? “
Oggi ho fatto molto meno di quello che mi ero messa in programma perché appunto questo software ci ha fatto impazzire, però molto meno di quello che era in programma, ma molto rispetto a quello che poi… nel molto lavoro che vorrò fare col podcast, quindi in ritardo rispetto a cosa? Meno produttiva rispetto a cos altro?
Sono fermamente convinta che la filosofia sia ovunque, perché questo è il discorso che ho fatto, un discorso filosofico e che è fin troppo sottovalutata. Noi vediamo la filosofia come studiare i grandi filosofi, ma la filosofia è nella vita di tutti i giorni.
Però qua chiudo perché per essere una nota per Appunti Ignoranti è lunghissima, tra l’altro la vorrò anche sbobinare perché io le sbobino. Anche l’altra sera ho fatto un trippone su come sbobinare le cose, ho studiato mille software, mille strategie, cercavo quella più economica e più veloce. Il rapporto poi è quello.
Poi ci sarebbe tutto un discorso da fare sul quanto qualcosa che per me economico in realtà è sulla pelle di qualcun altro. Ma come ho detto un po’ di tempo fa c’è una frase che mi accompagna molto ed è la frase che rappresenta anche il fatto che sto invecchiando, quanto tieni a qualcosa… oddio non mi viene la frase e l’ho scritta io… ah, il valore di quanto tieni a qualcosa è direttamente proporzionale a quanto sei disposta a scendere a compromessi. Io con il compromesso ho grosse difficoltà, ma non si può avere tutto, non si può fare tutto perfettamente. Credo molto nell’etica, ho una mia etica, ma ci sono delle occasioni in cui scendi a compromessi anche con quelle, eccetera.
Sono andata lunghissima per essere una nota così. Ovviamente andando a braccio io poi non mi ricordo cosa dico, quindi l’ho detto che voglio fare questo esperimento e metterlo su Substack mi sa di no, fa lo stesso. Ora chiudo. Mi devo ricordare che questa non è una puntata del podcast, quindi va bene perché anche sul podcast ho deciso comunque di strutturare in maniera diversa, ma lo racconto un’altra volta perché se no veramente diventa un romanzo, non una nota su Appunti Ignoranti. Cià.