Ieri mattina da Fiumaretta riflessioni in libertà sul senso del valore e del giudizio con esempi alquanto folkloristici.
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Fiumaretta. Stamattina ho fatto tardi, la mia panchina preferita è già sl sole. Ero indecisa se registrare o no perché c’è pace, quasi non volevo spezzare il silenzio con la mia vociaccia.
C’è un rumore in fondo da qualche parte che sarò il solito tagliaerba, poi a un certo punto sono iniziate anche le campane, quindi ho detto “vabbè a sto punto registrerò” anche perché l’app di Notion fa cagare, nel senso che non riesco a scrivere in maniera fluida e comunque è complicatissimo, c’ho ancora sonno, quindi mettermi qua a scrivere è… sembra, come dire, un’azione titanica ancor più che pedalare.
Tra l’altro stamattina mi sono svegliata tardi e non volevo… ho detto “vabbè dai non esco, è tardi” come se poi dovessi andare a lavorare no e quindi è imprescindibile uscire e pedalare entro certi orari. O meglio, non è che dopo non lavoro, però faccio da casa, gli orari che voglio io, sono rimasta ancora tarata neanche quando avevo l’officina, ma quando ero dipendente. Ma è anche la tara del le cose le devo fare in un certo modo e se non le faccio in un determinato modo, che ho deciso io arbitrariamente, allora non valgono.
Non so bene perché questa cosa non so se dipenda dalla Adhd, se dipende da un’errata concezione di valore. In questi giorni ci sto ragionando molto, devo prendere delle decisioni che non so se prendere come prendere e ogni volta mi rendo conto che faccio pesare alla decisione di turno tutto il mio valore, tutta la mia esistenza, come se una singola azione potesse veramente decretare che tipo di persone siamo.
Ora guardo troppi film polizieschi e guardo troppo top crime, forse sono condizionata da tutti questi criminali… che anche lì c’è la narrazione che boh… viva l’italiano stamattina.
C’è questa narrazione, che se commetti un errore, per carità, per quanto grave sia, quell’errore lì ti rappresenta, mentre se in un qualche modo cerchi la redenzione, quindi cerchi di mettere delle contrazioni, allora non basta mai. Perché… perché c’è questo giudizio arbitrario su quanto… quanto l’errore pesi.
È un discorso veramente così, estemporaneo che mi è venuto in mente adesso e se si applica a un crimine, all’omicidio, comunque alla violenza è molto, molto complicato perché ovviamente stiamo camminando su un terreno scivoloso, però rimango convinta, ma proprio sono stra convinta che giudichiamo veramente troppo, troppo, senza avere idea di chi abbiamo d’avanti, senza avere idea del contesto del vissuto, senza avere idea di… di un sacco di informazioni. Ok posto che una persona che toglie la vita ad un’altra persona comunque deve pagare per la sua azione, comunque ha leso la vita umana e la vita umana e sacra e imprescindibile… però appunto, io credo che la vita umana si sa che è imprescindibile la vita di chiunque, non perché una persona si è comportato più o meno da m…. – non voglio dire parolacce – allora c’è questo giudizio arbitrario. So anche di… di ragionare in un modo che è molto controcorrente.
Ora, mentre parlo così, in maniera proprio a flusso di coscienza, mi vengono in mente i social. Quando muoiono delle persone famose, che possono essere più o meno controverse – ora non voglio fare nomi, di recente ne abbiamo avuta una – non lo so, io rimango sempre molto perplessa sul gioire per la morte di qualcuno. Ciò non toglie quanto possa essere stata merda (nota di trascrizione: non l’ho detta prima ma alla fine è uscita, che poi non è una parolaccia) nella vita, ma è un atteggiamento che a me lascia un po’ così.
Non so se c’entra il buddismo, non so se comunque ormai praticamente da tanti anni il mio cervello è tarato in un certo modo. Non escludo comunque che stia sbagliando tutto, non voglio dire di avere ragione… e non so bene come sono finita a fare questo discorso sul giudizio, ma alla fine continuo a giudicare tantissimo me stessa.
Cerco di non giudicare gli altri e mi sento molto giudicata e sto cercando di capire quanto questo sentire derivi veramente dalle altre persone o derivi da me. Proprio in questi giorni ci sono stati alcuni episodi che mi fanno molto riflettere in uno, vabbè, non ero da sola, quindi c’è una visione che non è solo la mia, che mi ha confermato la la mia sensazione. In un’altra situazione invece c’ero solo io. Quindi c’è il mio punto di vista contro il punto di vista dell’altro.
E poi magari non è neanche una questione di… di giudizio volontario, non è detto che decidiamo in maniera consapevole di giudicare qualcun altro, forse proprio per il modo in cui viviamo, per la società in cui siamo, che ci sentiamo in diritto di giudicare qualcun altro. C’è chi dice che il giudizio sia imprescindibile da ogni rapporto umano. Io non sono d’accordo.
Credo che lo spirito… dovrebbe essere spirito critico e non giudizio, quindi spirito critico, l’analisi comunque di quella che può essere la situazione vista da tanti punti di vista. Però il giudizio a mio avviso comporta comunque un… – non comporta – implica comunque tutta una serie di valori, possono essere personali e non universali.
È un po’ il discorso che facevo due puntate fa?!? Quando dicevo… due non mi ricordo perché poi sto registrando a ruota libera e come al solito non saprò bene, non essendoci un vero e proprio calendario editoriale, non saprò bene quando usciranno queste cose.
Comunque in “Che occhiali guardiamo il mondo”.. e ho perso il filo. Ah, dicevo in “Con che occhiali guardiamo il mondo?” parlo proprio del fatto che questo appiattimento tra bianco e nero, bene o male, giusto o sbagliato mi lascia molto perplessa, perché la realtà è molto più complessa di così e che non vuol dire… Che poi questa visione dualista della vita ti porta a dire “Ma il bene esiste. Il male esiste.”
Il fatto che queste due categorie, questi due punti di vista esistano, non esclude il fatto che ne esistano tantissimi altri e non esiste il fatto che… non esclude il fatto che… che cosa è bene, che cosa è male?
Cioè in una situazione idilliaca siamo molto bravi a giudicare cosa è giusto, che cosa è sbagliato, ma quando poi in quella situazione ci troviamo e ci troviamo noi a dover prendere una decisione tra il peggio e il meno peggio, tra il giusto e il meno giusto? E allora tutto assume delle connotazioni diverse.
Tornando all’inizio di questa puntata, che a forza di guardare top crime cito omicidi, su alcuni aspetti, ci può essere forse una visione universale, tipo l’omicidio è male, ma in realtà è sempre male? Esiste tipo la legittima difesa, per dire un esempio… sono veramente esempi estremi, però secondo me fanno capire come non si possa guardare tutto sotto la lente del dualismo. Questo dualismo, questo binarismo… non lo so, ci sto stretta, ci sto stretta in quello di genere e ci sto stretta in generale nella vita. Tra l’altro per me, da come vedo io la situazione è tutto estremamente collegato.
Ora riparto e oggi controllo un po’ l’audio di questa roba qua, cerco di capire se trovo una quadra perché siamo già alla terza nota audio, ma se non trovo una quadra col cellulare… c’è un po’ di casino perché sono uscita tardi, però qua si sta da dio, metteteci il dio che volete.