Stamattina mentre praticavo ragionavo ancora una volta sul concetto di produttività tossica e sul quanto è difficile ascoltarsi al di là di ogni influenza esterna.
Avrei dovuto praticare ma suonata la sveglia ho semplicemente pensato che non ce la facevo, il mio corpo diceva no. Era un no secco, preciso ed ho deciso di ascoltare questo segnale, ma è un attimo chiedersi se te la stai raccontando, se è solo pigrizia, ed ogni volta che ricado in questo tipo di pensieri penso che sia frutto di una società malata, che vuole tutte le persone uguali e che le valuta in base a quanto fanno, al di là del cose e del come.
Mi è venuto in mente The Lego movie (credo fosse questo il titolo), dove tutti questi omini di legno si alzano al mattino sempre alla stessa ora e fanno le stesse identiche cose per poi andare in fabbrica a lavorare per il capo, che poi si scoprirà essere il cattivo della storia. Ovviamente i casini cominciano quando uno di questi omini spezza questo sistema.
Ed ancora una volta so di non dire niente di nuovo, ma rimango sempre molto colpita nel rendermi conto di come certe dinamiche si radichino dentro e di quanto è difficile estirparle. Sviluppare ascolto e consapevolezza è l’unica chiave, per quanto mi riguarda, ma è tutt’altro che facile e immediato e, soprattutto, non arriva un momento di conquista totale, ci sarà sempre la vocina dentro che dirà cose.
E se da un lato è un bene, perché quella vocina può essere amica, può essere spirito critico, capacità di osservazione, può essere la cartina tornasole che ci fa cambiare strada quando è necessario, dall’altro può essere una stronza, può farci dubitare di noi, soprattutto quando la nostra direzione è molto diversa da tutto quello che ci circonda. Non è sempre facile camminare in solitudine, ci sono i momenti in cui ti chiedi se stai andando nella direzione giusta visto che tutto ciò che ti circonda va da un’altra parte.
Stamattina mi sono ascoltata ed ho fatto bene: sfidarsi non deve diventare un’ossessione e, per quanto mi riguarda, ho imparato che conta solo una domanda alla fine della giornata: Ho fatto al meglio di me?
Ieri è stato il classico mercoledì inconcludente, sono uscita in bici ed ho ancora raggiunto il mio obiettivo di superare i 30 ma, fatto qualcosa in mattinata, il pomeriggio è stato spento. Oggi sarebbe facile darmi addosso per non essermi alzata, ma la mia più grande vittoria di quest’ultimo periodo non è pedalare o seguire la dieta, non è riuscire ad avere una qualche forma di organizzazione, la mia più grande vittoria è che sto imparando ad ascoltarmi, lo sto facendo attraverso un percorso tutto mio, diverso da qualunque altro percorso e da qualunque altra persona.
Ed allora mi prendo i miei due minuti da guru ignorante, per dire a te che stai leggendo: fai ciò che senti profondamente al di là di ogni interferenza esterna (anche positiva).
Come dice Gabbani: vai fuori di testa soltanto per quello che nella tua vita ti fa stare bene.